domenica 1 maggio 2011

Io ed i Videogiochi : Alone in the dark

Nel caso vi siete chiesti dov'è il post di Venerdì e siete tardivi a dare un occhiata di tanto in tanto a questo blog, sappiate che oggi ho fatto due post cumulativi, perciò scrollate giù!

Fra i tanti giochi che ho avuto in mano durante il 90 ne ricordo ancora Alone in the Dark.
Ottenni quel gioco sempre sottoforma di Floppy.

 Proprio adatto per la mia età.

In realtà avevo provato anche altri giochi oltre a questo, come Commander Keen (il quarto) e Ken's labyrinth (lo shareware) e anche tanti altri. Infatti mio padre mi fornì una cosa in particolare : Un CD che al momento non rimembro di quale produzione era che era STRAPIENO di giochi e giochini free o shareware (le ore felici passate con quei giochi davvero non si contano!) ma dopo quello, tra giochi vari, anche violenti ovviamente.. mi arrivò in mano Alone in the dark.
Era davvero nuovo per me. Se conoscete Alone in the dark saprete che si tratta d'un gioco d'orrore con il personaggio tridimensionale (più o meno) e uno sfondo impreziosito di dettagli in 2d. 
Dall'inizio mi dava paura. Dall'inizio quel gioco mi aveva dato i brividi per quello che si notava alla primissima schermata del gioco :

Solo. Nel buio.
E con un cavallino a dondolo.
Mi fissa.

La musica era in MIDI, che stranamente mi sembrava più paurosa della "atmosferica" versione in CD che comprai anni dopo. Quando dalla finestra sbucò una specie di mostro dalle zanne esagerate, feci un brivido sulla sedia e pregai mia sorella di ammazzarlo (Che mi stava vicino, anche lei curiosa di vederlo sto giochino con il personaggino in tre dimensioni). Il danno era già fatto : Non sapendo come fare per stirarlo di botte, il povero Carnby morì in un urlo.

Il finale era in una musica quasi comica, e questo mi sollevò.
Lo schermo del game over, no.

WAAAAAAAAH!

Prima ci feci giocare mia sorella, come cavia per capire come si attaccava, ma quella specie di bestia che usciva dalla finestra mi dava fastidio. Ebbi un illuminazione però...attualmente credo che ci siano arrivati tutti prima o poi.
Semplicemente bloccai la finestra con l'armadio (visibile anche nell'immagine più su) e che ci crediate o no, funzionò sul serio! Fu impossibile per lui entrare, e mi sentiì realizzato!
Finchè non spuntò uno zombie da una botola.
Di quel punto però pensavo fosse E.T verde. e che mi voleva dare un abbraccio.

"Voglio solo un po' di coccole!"

Quando però mi attaccò capiì subito che ogni cosa che si muoveva in quel gioco doveva fare la fine dei nemici di Doom. 
Dovevano dormire.
E a forza di pugni, calci e quant'altro avrei trovato sicuramente il modo di metterli a dormire!
Attualmente, reiniziai il gioco e copriì la botola con una cassa che c'era sempre là sopra in quel postaccio. 
Sentendo i botti e il mostro che non riusciva ad uscire scoppiai a ridere e continuai la mia avventura...
E da bambino restai fermo - cosa incredibile - alle SCALE del gioco.
I nostalgitici ricorderanno bene che nel gioco ci sono dei mostri invincibili da passare alle scale, e per distruggerli devi mostrare loro degli specchi. 
Non devi venire ferito o si rompono gli specchi.
Ecco, per un modo o per l'altro o li rompevo o non li portavo proprio. Perchè non sapevo dove posizionarli. In un modo o in un altro rimasi fermo nell'ultimo piano di quel gioco, senza coprirne più del 5% di quel che era. 

Ma rimasi affascinato da quell'esperienza. Prima o poi avrei capito come passare...
(Quel prima o poi arrivò con dei salvataggi modificati)

E più o meno, queste sono tutte le esperienze che passai allora con il gioco. Tempo dopo, con l'edizione CD e i salvataggi modificati, ebbi l'occasione di passare quei mostri e capire dove posizionare quegli specchietti per ucciderli e quindi passare per ogni incombenza del gioco. Attualmente elaborando pensieri sbagliati per ogni oggetto (Lanciare la freccia contro il quadro-trappola d'un indiano, se ricordate. Ma proprio cercare di lanciarle, senza usare l'arco!) oppure usare il tappeto per volare attraverso i livelli. Ero certamente molto creativo nell'uso di tali oggetti, tanto che quando arrivai al duellare con quella specie di pirata prima della sala da ballo, gli lanciai addosso tutti gli oggetti che potevo prendere (E dico ogni oggetto, la stanza divenne così gremita che mi crashò) e quando finalmente uccisi il boss finale ero incredibilmente soddisfatto.
A parte per il finale.

 OH MIO QUALSIASISANTODELCIELO!!

Già. Vincevi o perdevi, questo gioco non aveva pietà. 
Ma era buono per farsi quattro risate dopo, certamente io rimasi sia un po' spaventato che arrabbiato per il fatto che non potevo avere un finale normale.
Cacchiarola!

E per questa volta è tutto, grazie per avermi seguito!
Buonanotte!

4 commenti:

  1. Ho trovato per caso questo blog proprio cercando qualcosa riguardo il mitico Alone in the dark... ci ho perso giornate intere!! Arrivata alla scala io andavo su e giù convinta che i mostri si dovessero sparare tra di loro mentre cercavano di beccare me, qualcuno moriva veramente così! La parte della biblioteca al buio con la lanterna mi metteva un'angoscia! Questo è il gioco al quale in assoluto sono più affezionata!!! (Anche se io in realtà non l'ho mai finito, ma è ancora lì... prima o poi... :) )

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    1. Che bello vedere le esperienze di altre persone che hanno giocato a questo titolo! Sì, era un punto particolarmente "ostico" e s'imparava anche ad aspettare il personaggio che saliva e scendeva xP Al tempo non esisteva un "salta la scena".
      Sì, e quando entravi in qualche stanza senza avere una lanterna in mano? Tutto buio! C'era l'impressione che ti saltavano addosso da un momento all'altro xD

      C'è sempre tempo di finire i mitici titoli del passato, l'importante è farlo senza fretta e soprattutto, in armonia con la grande creatività con il quale sono stati concepiti =)

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  2. Ciao,
    sono capitato qua "per caso" cercando immagini di Aoitd, se ti può interessare ti segnalo questo piccolo saggio a tema:
    http://matteoporopat.com/?p=2822

    Un saluto,
    M.

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    1. Ehilà!
      Grazie per la segnalazione! Ci darò un'occhiata al più presto.

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